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Il colore è un elemento chiave nel design delle facciate. Oltre all’estetica, influisce sulla percezione visiva degli edifici e sull’impatto ambientale, riflettendo il contesto culturale ed economico di ogni epoca.
Colori delle facciate nella storia dell’architettura
Dall’antichità al Medioevo, le facciate erano dominate da tonalità naturali come beige, grigio e marrone. I Romani usavano pigmenti minerali per decorazioni raffinate. Con il Rinascimento e il Barocco, il colore divenne espressione di magnificenza, grazie a ocra, rosso e blu intensi. Durante la Rivoluzione Industriale, le facciate si arricchirono di materiali nuovi come ferro e vetro, e comparvero tinte più vivaci, specie negli edifici residenziali.
Dal modernismo al colore sperimentale
Il XX secolo ha visto una svolta minimalista con l’uso di toni neutri, influenzata da architetti come Le Corbusier. Dagli anni ’60, le avanguardie artistiche hanno reintrodotto colori accesi, come rosso, giallo e arancione, trasformando le facciate in veri manifesti visivi urbani.
Le tendenze attuali: neutralità e accenti di colore
Oggi prevalgono toni sobri come grigio, beige e taupe, ideali per l’architettura contemporanea e sostenibile. Cresce anche l’uso di accenti colorati (blu navy, verde smeraldo, giallo senape) per elementi architettonici distintivi. I colori pastello tornano protagonisti nelle residenze, mentre il nero è sempre più usato per edifici di lusso, grazie al suo effetto sofisticato e moderno.