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Assovernici ha rilevato il punto di vista dei propri associati su difficoltà e sfide del momento per il settore vernici.
Segnali incoraggianti arrivano dalla sfera della sostenibilità, ma le aziende sono chiamate a investire in percorsi virtuosi: oltre che nei prodotti finali, è necessario ripensare gli interi processi produttivi, in risposta agli obiettivi di economia circolare e zero emissioni. Traguardi che non sembrano facili da raggiungere visto l’attuale quadro di incertezza dell’economia italiana ed europea, incertezza che si trova anche nel mondo delle pitture: i grandi temi come l’andamento dei prezzi delle materie prime, la crescita dell’inflazione, l’aumento dei costi di produzione e di trasporto, sono quelli che più preoccupano gli operatori del settore.
L’indagine di Assovernici parte da una riflessione sulle preoccupazioni primarie. Al primo posto l’apprensione per l’incognita dell’evoluzione del mercato nel secondo semestre; al secondo la difficoltà nel reperimento di personale qualificato; al terzo la riduzione dei margini di guadagno; seguono poi l’incremento dei costi generali, la digitalizzazione dell’azienda, la necessità di migliorare la formazione dei lavoratori e l’accesso ai finanziamenti, il costo del lavoro e la morosità.
Sebbene il costo del lavoro occupi solo il settimo posto tra le inquietudini degli imprenditori, per la grande maggioranza di loro si registra un aumento tra il 2 e il 5%, mentre il resto evidenzia un aumento superiore anche al 5%. Interrogati sui costi nel loro insieme, ecco che è la metà degli intervistati a rimarcare un aumento, tra il 7 e il 9%; per il 35,7% degli intervistati invece è inferiore al 7%, mentre per il 14,3% è addirittura superiore al 9%. L’andamento dei costi delle materie prime sembra mostrare i primi segnali di contrazione.
Viste queste preoccupazioni che attanagliano ancora gli imprenditori, riguardo l’andamento delle vendite, il 35,7% stima un calo delle vendite, mentre il resto degli intervistati dichiara un andamento stabile o in aumento.
C’è anche un evidente segnale di cambiamento nel nostro settore e arriva dagli investimenti green. L’85,7% degli intervistati ha dichiarato di aver iniziato un percorso per rendere più green i propri prodotti e in questo le aziende sono state premiate: per il 42,9% si registrano infatti incrementi del 10% nella vendita di prodotti sostenibili, per il 14,3% un aumento tra il 5 e il 10%, mentre per il 21,4% un incremento tra lo 0 e il 5%. Dall’indagine emerge anche l’impegno in tema di circular economy: il 64,3% dichiara di aver avviato un programma per la riduzione degli scarti; c’è poi anche chi ha deciso di introdurre materie prime riciclate nel proprio portafoglio; altri hanno avviato nuove linee di prodotti naturali; altri ancora stanno dando una seconda vita alla plastica.
La carbon neutrality, la riduzione delle emissioni al 55% entro il 2030 e del 100% entro il 2050, resta ancora un percorso da intraprendere per la metà degli intervistati. Alla domanda sull’avere o meno iniziato un percorso verso questo obiettivo europeo, le imprese intervistate infatti si dividono a metà. Perché indubbiamente rimane la difficoltà di abbracciare la sostenibilità in un contesto che vede la riduzione dei margini di guadagno e ancora tante incertezze per il futuro.
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