ANCE e il futuro del settore

  • 14 Settembre 2023

Lo scorso giugno, a Roma, è tornata l’Assemblea pubblica dell’ANCE, dal titolo “Il buon lavoro”. È stato proprio il lavoro, nei suoi molteplici aspetti e differenti sfaccettature, il tema scelto. L’Assemblea ha anche rivolto lo sguardo al mondo dei giovani, dai quali dipende gran parte del futuro del Paese.

Nella sua relazione di apertura, la Presidente di ANCE, Federica Brancaccio, ha ricordato come, nei difficili anni appena trascorsi, al settore delle costruzioni è toccato un ruolo fondamentale per il futuro prossimo. I numeri parlano chiaro: nel biennio 2021- 2022 la crescita italiana è stata quasi l’11%, un punto e mezzo sopra alla media UE, crescita che è stata trainata per oltre la metà proprio dal settore delle costruzioni.

Dal PNRR al Codice appalti, dal Superbonus all’accesso alla casa, e poi la paura della firma, il caro materiali, i tassi di interesse e le riforme: questi i punti che sono stati affrontati. E il messaggio che la Presidente Brancaccio è stato chiaro: non più accontentarsi di costruire per costruire, ma restituire anche bellezza.

All’edilizia è stato affidato il compito di rilanciare il Paese e di creare le condizioni per una crescita costante e duratura, nel segno dell’innovazione e della sostenibilità sociale e ambientale. E il PNRR offre un’occasione unica per riuscire a portare a termine opere bloccate da anni.

Non solo un’espressione, ma una vera e propria priorità d’azione è poi per ANCE anche la transizione ecologica: un percorso che non è più eludibile, un ambito in cui il nostro settore gioca un ruolo di primo piano, ma ci vogliono obiettivi chiari e strumenti efficaci. Sul Superbonus la Presidente è stata chiara: una misura straordinaria con un tempo limitato, nata per rilanciare l’economia in un periodo di gravissima crisi. Senza rinnegarne i benefici, si può ripartire da un nuovo modello di incentivi fiscali efficaci e sostenibili con un orizzonte di lungo periodo e la giusta dose di risorse pubbliche. La proposta di ANCE è nota: controlli rafforzati, qualificazione delle imprese, obbligo di applicazione del contratto dell’edilizia, prezzari di riferimento e un contesto normativo che sia stabile e finanziariamente virtuoso.

C’è molto da fare riguardo la sostenibilità. Nonostante il settore sia campione d’Europa del riciclo in edilizia con il 78% di materiali recuperati, il sistema di impianti di recupero è saturo e inadeguato rispetto alle sfide del futuro.Per questo bisogna avere regole chiare che permettano di spingere al massimo l’economia circolare.

Il lavoro edile è decisamente faticoso, ma non è solo questo: “Il lavoratore edile può contribuire a realizzare opere belle, utili. Il settore deve raccontarsi per quello è davvero, perché non si costruisce per costruire. C’è bisogno di cantieri nei quali si può crescere grazie a un apprendimento continuo”. E se fatica, impegno e professionalità non bastano, bisogna ricordarsi che “il successo va inseguito e sudato, ma vanno anche create le condizioni per raggiungerlo. Un buon lavoro è un lavoro dignitoso. Per questo ci battiamo da anni per la corretta applicazione del contratto edile, che pone massima attenzione alla formazione e alla prevenzione dei rischi”.

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