Nella sua relazione di apertura, la Presidente di ANCE, Federica Brancaccio, ha ricordato come, nei difficili anni appena trascorsi, al settore delle costruzioni è toccato un ruolo fondamentale per il futuro prossimo. I numeri parlano chiaro: nel biennio 2021- 2022 la crescita italiana è stata quasi l’11%, un punto e mezzo sopra alla media UE, crescita che è stata trainata per oltre la metà proprio dal settore delle costruzioni.
Dal PNRR al Codice appalti, dal Superbonus all’accesso alla casa, e poi la paura della firma, il caro materiali, i tassi di interesse e le riforme: questi i punti che sono stati affrontati. E il messaggio che la Presidente Brancaccio è stato chiaro: non più accontentarsi di costruire per costruire, ma restituire anche bellezza.
All’edilizia è stato affidato il compito di rilanciare il Paese e di creare le condizioni per una crescita costante e duratura, nel segno dell’innovazione e della sostenibilità sociale e ambientale. E il PNRR offre un’occasione unica per riuscire a portare a termine opere bloccate da anni.
Non solo un’espressione, ma una vera e propria priorità d’azione è poi per ANCE anche la transizione ecologica: un percorso che non è più eludibile, un ambito in cui il nostro settore gioca un ruolo di primo piano, ma ci vogliono obiettivi chiari e strumenti efficaci. Sul Superbonus la Presidente è stata chiara: una misura straordinaria con un tempo limitato, nata per rilanciare l’economia in un periodo di gravissima crisi. Senza rinnegarne i benefici, si può ripartire da un nuovo modello di incentivi fiscali efficaci e sostenibili con un orizzonte di lungo periodo e la giusta dose di risorse pubbliche. La proposta di ANCE è nota: controlli rafforzati, qualificazione delle imprese, obbligo di applicazione del contratto dell’edilizia, prezzari di riferimento e un contesto normativo che sia stabile e finanziariamente virtuoso.
C’è molto da fare riguardo la sostenibilità. Nonostante il settore sia campione d’Europa del riciclo in edilizia con il 78% di materiali recuperati, il sistema di impianti di recupero è saturo e inadeguato rispetto alle sfide del futuro.Per questo bisogna avere regole chiare che permettano di spingere al massimo l’economia circolare.
Il lavoro edile è decisamente faticoso, ma non è solo questo: “Il lavoratore edile può contribuire a realizzare opere belle, utili. Il settore deve raccontarsi per quello è davvero, perché non si costruisce per costruire. C’è bisogno di cantieri nei quali si può crescere grazie a un apprendimento continuo”. E se fatica, impegno e professionalità non bastano, bisogna ricordarsi che “il successo va inseguito e sudato, ma vanno anche create le condizioni per raggiungerlo. Un buon lavoro è un lavoro dignitoso. Per questo ci battiamo da anni per la corretta applicazione del contratto edile, che pone massima attenzione alla formazione e alla prevenzione dei rischi”.
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