Italiani e risparmio

  • 01 Marzo 2023

Un’indagine di Intesa San Paolo e Centro Luigi Einaudi fotografa il comportamento degli Italiani nel 2022 riguardo risparmio e scelte finanziarie.

Quando le famiglie devono fare le loro scelte finanziarie oggi si trovano di fronte a diverse difficoltà: crisi geopolitica, crisi energetica, inflazione, modifica delle catene di fornitura, isolamento internazionale della Russia, raffreddamento dei rapporti politici tra occidente e Cina. Le difficoltà non sembrano tuttavia legate al reddito: la quasi totalità degli intervistati afferma di essere finanziariamente indipendente. Anche se migliora il giudizio sulla sufficienza del reddito a consentire un tenore di vita accettabile, è significativa in questo aspetto la differenza di genere: dato su cui pesa la maggior precarietà del lavoro che le giovani donne subiscono.

Gran parte degli intervistati vorrebbe risparmiare, ma non tutti ci riescono. Aumenta però l’intensità di risparmio, cioè la percentuale di reddito che si riesce ad accantonare, anche se solo una quota minoritaria degli intervistati afferma di accantonare risorse avendo in mente uno scopo preciso; il 30% circa lo fa invece per ragioni puramente precauzionali.

La sicurezza si conferma al primo posto per gli intervistati tra le caratteristiche degli investimenti: è l’aspetto da privilegiare per più della metà del campione. La maggioranza la colloca al primo o secondo posto tra gli elementi cui prestare attenzione nel decidere un investimento, seguita dalla liquidità.

Nel 2022, timing (quando investire) e asset allocation (come suddividere il risparmio) lasciano il primo posto alla valutazione del rischio delle soluzioni di investimento.

È il risparmio gestito a fare “la parte del leone” tra gli investimenti; contenuta invece risulta la quota di chi ha operato in azioni nei 12 mesi precedenti il campionamento. Crescono dunque la domanda e anche il consumo effettivo di consulenza finanziaria: si investe sempre meno con il “fai da te”.

Aumenta l’interesse degli intervistati per gli investimenti alternativi; in prima posizione si conferma l’oro, ma è da notare anche l’interesse raccolto dai fondi etici e dagli impieghi ESG, mentre al terzo posto si collocano le rischiose criptovalute. Si segnala anche il persistere della tendenza a detenere saldi liquidi in eccesso per motivi precauzionali.

Ciò che differenzia gli imprenditori sono le motivazioni del risparmio intenzionale: appaiono molto più preoccupati della situazione; risparmiano in misura maggiore; impiegano i risparmi per aiutare i figli a diventare indipendenti. Sul fronte degli investimenti finanziari gli imprenditori mantengono uno scarso appetito per il rischio. La pandemia ha raffreddato le attività delle imprese, ma emergono comunque alcuni segnali positivi: si sono destinate risorse alla ristrutturazione dei propri locali e strutture; si sono ridotti i costi ricorrenti; si è innovato il prodotto; si ha accelerato la digitalizzazione, nonché la promozione e la vendita online.

Le imprese si rendono quindi conto che occorre agire su leve specifiche in un mondo che è cambiato. E gli assi portanti del rilancio saranno: digitalizzazione; innovazione di prodotto; promozione online; nuove relazioni di partenariato; investimento in formazione.

Discorso diverso per i giovani: la maggior parte dichiara di possedere un reddito da più che sufficiente ad appena sufficiente e solo una minoranza invece di disporre di un reddito più che sufficiente.

Sono più preoccupati per le spese legali improvvise, per quelle legate alla salute e per quelle connesse a problemi lavorativi, mentre non preoccupano invece le spese legate ai figli.

Abitazione e alimentazione sono le principali uscite, seguite da spese per connessione e tecnologia. Non mancano anche quelle per il tempo libero e crescono quelle per il benessere e la cura della persona.

La maggioranza dei giovani ritiene probabile un prossimo deterioramento della situazione economica e internazionale e la metà prevede un aumento nella spesa dei consumi, con un peggioramento nella possibilità di risparmiare.

Sui temi pensionistici e previdenziali, più della metà dei giovani pensa che quanto percepirà in futuro come pensione netta sia troppo poco, considerato il crescente costo della vita. Tuttavia, circa nove su dieci non hanno sottoscritto un fondo pensione, per mancanza di risparmi da destinare o avendo altre priorità.

Mostrano scarso interesse per investimenti e online trading, soprattutto dovuto all’esiguità dei risparmi. Tra gli investimenti “tradizionali” preferiti emergono il mattone, i titoli di Stato e le obbligazioni, l’oro. Tra gli investimenti alternativi (in pochi sono interessati), le criptovalute, le start-up tecnologiche e gli investimenti tramite Intelligenza Artificiale sono più graditi agli uomini, mentre le donne sembrano preferire fondi etici e metalli preziosi.

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