Le medie imprese si confermano un modello dinamico e più resiliente rispetto alle grandi imprese nei periodi di crisi e la chiave di questo successo si trova in due fattori: l’attenzione verso la qualità e il Capitale Umano. Le medie imprese che punteranno su investimenti nella digitalizzazione e nel green sono più ottimiste: il 34% di quelle che prevedono una crescita del fatturato punterà infatti sulla Duplice Transizione. Quota che sale al 46% quando gli investimenti in digitale e green si abbinano a quelli in formazione del Capitale Umano. In questa direzione, circa la metà delle imprese si è attivata o intende attivarsi sui programmi del PNRR, ma la burocrazia è il principale ostacolo per l’altra metà che non prevede di avvalersi del Piano. È ormai chiara l’importanza dei capitali strategici, fattori chiave che consentono di cogliere le opportunità offerte da un contesto rischioso e incerto. Il Capitale Umano premia le imprese che lo sanno reperire, trattenere e coltivare, massimizzandone la soddisfazione e quindi il rendimento.
“Le medie imprese -ha dichiarato Andrea Prete, Presidente di Unioncamere- si stanno dimostrando più competitive delle altre realtà imprenditoriali, anche perché sono maggiormente consapevoli della necessità di dovere accompagnare il loro percorso di innovazione con la formazione del Capitale Umano impiegato per sfruttare al meglio le opportunità di sviluppo offerte dalla Duplice Transizione digitale e green”. E ha aggiunto quanto sia strategico “puntare sulla formazione, anche per rispondere alla crescente difficoltà di reperimento di figure professionali con le skill adeguate che interessa quasi la metà delle ricerche e per abbattere quelle barriere culturali che oggi rischiano di frenare gli investimenti nella Twin Transition. Ma per questo è indispensabile snellire pure la burocrazia che frena un’ampia platea di imprese a sfruttare i vantaggi del PNRR per finanziare il proprio percorso di cambiamento”.