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I sistemi di isolamento a cappotto hanno i requisiti necessari per esprimere la loro prestazionalità anche in condizioni atmosferiche estreme.
Ma è necessario che materiali, progetti e posa in opera rispondano a precisi requisiti qualitativi e che corrispondano ai parametri delle normative e certificazioni più attuali. Lo spiega l’ing. Federico Tedeschi, presidente della Commissione Tecnica Cortexa.
Anche in un contesto di manifestazioni atmosferiche estreme, è fondamentale comprendere le competenze di tali sistemi e il motivo per cui sono in grado di mantenere elevate prestazioni. Gli eventi climatici estremi rappresentano una sfida significativa per il costruito e le infrastrutture, ma un progettista esperto può innalzare gli standard dei sistemi a cappotto per garantire resistenza anche in circostanze estreme.
All’interno della Valutazione Tecnica ETA, in conformità alla Normativa Europea EAD 040083-00-0404 dei Sistemi a Cappotto, vengono definiti i valori di resistenza agli urti in seguito a impatto da corpo duro. I sistemi tradizionali si collocano generalmente nella categoria di resistenza II, ma per raggiungere la migliore categoria I, il sistema a cappotto deve resistere a urti pari a 10 J, corrispondenti a una forte grandinata. La resistenza può essere aumentata attraverso cicli specifici di rasatura armata e/o finitura, raggiungendo resistenze all’urto 5 o 6 volte superiori (50-60 J), considerate “estreme”.
La qualità dei materiali, l’installazione corretta e la manutenzione regolare sono determinanti per il successo del rivestimento a cappotto. Cortexa enfatizza l’importanza di utilizzare sistemi a cappotto forniti come kit da un unico produttore, dotati di valutazione tecnica ETA e marcatura CE. Questo assicura che i vari componenti del kit siano testati insieme, garantendo le migliori prestazioni. Al contrario, i “cappotti termici assemblati” non certificati non offrono la stessa affidabilità. Inoltre, una progettazione attenta e l’installazione da parte di applicatori con competenze certificate sono essenziali per un intervento efficace e duraturo, secondo le norme UNI TR/11715 e UNI 11716. La norma UNI/TR 11715 fornisce utili indicazioni sulla manutenzione dei Sistemi a Cappotto.
Le finiture, come acrilico, acrilsilossanico e silossanico, proteggono il sistema a cappotto dalle sollecitazioni termo-igrometriche e dagli agenti atmosferici. La scelta della finitura dipende da vari fattori, inclusi il tipo di supporto, il contesto climatico e l’edificio stesso, e spetta al progettista prendere la decisione.
In caso di danni da eventi atmosferici, un’analisi visiva è fondamentale per valutare l’entità del danno e determinare il percorso di ripristino. I produttori possono fornire consigli, ma la decisione finale è progettuale e tecnica. Il ripristino di un sistema danneggiato richiede una verifica preliminare dei “fondamentali” e una valutazione dell’estensione del danno, mentre il raddoppio del cappotto richiede attenzione alla compatibilità con il sistema esistente.